VENTIRIGHE: CAMPIONATO ECCELLENZA - 25ª GIORNATA - OPITERGINA-TREVISO

24-03-2015 23:18 -


"Il più grande spettacolo dopo il Big Bang, il più grande spettacolo dopo il Big Bang"... è l'Opitergina! Dopo il doppio forzato arresto nei due turni precedenti, al rintocco del secondo giorno di Primavera, il Leone riprende, spedito, la marcia e divora gli ultimi resti della Nobile Decaduta, confermando, così, il completo risveglio. La giornata è da tappeto rosso, di fronte c'è il Treviso, un ospite illustre disperatamente consumato dall'ansia di dover staccare l'ormai quasi introvabile tagliando utile per salire nel treno dei play-offs, aspettativa questa che, unita alle grandi potenzialità tecniche e al sopra citato nervosismo, rendevano tale squadra, cliente molto pericoloso e temuto. I biancocelesti partono subito carichi, tuttavia, col passare dei minuti, la loro manovra si fa sempre più macchinosa e prevedibile. La banda di Rorato, tenta spesso di sfondare sulle fasce per allargare il gioco e creare così invitanti spazi centrali in cui inserirsi, ma, puntualmente, si ritrova a sbattere contro l'ordinata e compatta difesa biancorossa. Una diga impenetrabile e sempre in movimento, la quale, di fatto, si è rivelata essere il fondamentale tassello che ha permesso di comporre il trionfale mosaico finale. Infatti, grazie a tale flessibile dinamicità, i ragazzi, hanno potuto sfruttare le numerose palle perse e innescare immediate ripartenze giocando su una profondità che prevedeva i continui "tagli" delle punte, per poter, in questo modo, poi, sorprendere direttamente la difesa. L'inaugurale gol di Dema, dovrebbe essere il primo vero campanello d'allarme per gli ospiti e invece ha il merito di esaltare ulteriormente l'intelligente prestazione collettiva; il Treviso, ferito dall'improvviso dente di Leone, con l'orgoglio, riesce a riaprire per due volte la sfida. Sembra la fine dell'incubo, in realtà è solo l'inizio di una nuova illusione, perché a quel punto, in virtù dei grandi spazi concessi e delle conseguenti costanti spinte veloci sulle fasce, prima il magico Di Filippo e lo spietato ex Quell'Erba, poi, con due guizzi da maestro, chiudono anticipatamente le porte del risultato e, quindi, della partita. Infine, ma non per questo meno importante, ecco arrivare anche il tributo di Bonotto, il quale, oltre è a regalare un sapore ancora più gustoso a una giornata indimenticabile, rende ufficialmente concreto il sogno chiamato salvezza. Perché, come dimostrato da questa prestigiosa vittoria, la squadra, forse per la prima volta in maniera definitivamente convincente, non solo è stata in grado di ottenere l'"eclissi perfetta" accostando il freddo e decisivo risultato alla più luminosa e affascinante prestazione, ma, soprattutto, ha dimostrato di aver ormai automatizzato quella continuità di approccio che, a tale punto della stagione, appare così indispensabile. Alla luce di tutto ciò, non rimane che tenere alta la concentrazione, poiché, ora, le determinate Furie hanno la possibilità di diventare terribili Valchirie, trasformando la grande corsa, in un'inarrestabile cavalcata finale. Piedi per terra, dunque, per poter, così, una volta di più, tornare a toccare il cielo con un dito. Anzi una zampa.
(Luca Antonello)