VENTIRIGHE: RIFLESSIONI DI FINE STAGIONE

22-05-2015 22:11 -


Al tramonto della rassegnazione, segue sempre l'alba della rivalsa. Alla fine, purtroppo, non sono bastati nemmeno i supplementari a dissipare il peggiore degli incubi possibili; l'OPITERGINA, dopo aver creduto e lottato fieramente fino all'ultimo minuto, se ne va, risucchiata da un forzato esilio tanto triste, quanto, per certi versi, parzialmente immeritato. La battaglia conclusiva con il QDP, per il suo ambito palio e le caratteristiche di entrambi i contendenti, si presentava, nell'attesissimo start-up, come un vero duello per la sopravvivenza dagli esiti molto incerti, selezione naturale che esortava i protagonisti a dare fondo a tutte le risorse a disposizione. Nonostante tale perentorio contesto, il minaccioso remake con l'ex Martina, fin dal principio, con l'espulsione di Niakhasso, sembrava aver riservato ai ragazzi, l'incipit più affascinante, un casuale assist gentilmente concesso dalla Sorte, che, proprio per la sua inattesa e fiduciosa sorpresa, pareva chiedere solo di essere messo dentro. Vigoroso richiamo a cui il Leone ha cercato di rispondere immediatamente con un'insistito pressing alla difesa avversaria durato, di fatto, fino alla soglia del 120', impeccabile feroce assedio che, tuttavia, non è riuscito a trovare quel concreto bottino tanto fortemente ricercato. Così, con il sopraggiungere della Generale Stanchezza, l'imminente trionfale morsa si è, via via, sciolta sempre più in un agonizzante ritirata che ha favorito le rapide ripartenze casalinghe, decretando, successivamente, la disfatta. Tragico epilogo che, sfortunatamente, ha incubato tale terribile esito, sostanzialmente nel girone d'andata; durante la prima parte della sua esistenza, infatti, il giovane leoncino, guidato dal volenteroso Stefano Della Bella, pur cercando di tenere sapientemente sulle tenere zampe il possesso del pallone e provare a inventare interessanti fraseggi, non è mai riuscito veramente a crescere, ritrovandosi, quasi sempre, attraverso la morbosa dipendenza Morbioli, prigioniero di una sterilità offensiva che, unita pure a una nefasta dose di sadica jella, è diventata sempre più anemica e difficile da guarire. Così, il gelido soffio di Gennaio ha portato, alla corte biancorossa, un vecchio amore di nome Vanni Moscon, il quale, grazie alla propria fondamentale esperienza, ha contribuito a trasformare l'arrancante cucciolo in uno spietato grifone che ha spiccato subito il volo. Un gioco semplice ed efficace, costituito da ordinati anticipi difensivi e immediati contropiedi che, arricchito ulteriormente dalla tanto grande, quanto preziosa, qualità di innesti come Memo, Quell'Erba, De Filippo, De Pandis e Dema, ha visto la sua massima capacità di applicazione, sia in occasione del prestigioso appuntamento con il Treviso, che nel sofferto duello con il Vittorio Falmec, permettendo alla squadra, attraverso tale magica rincorsa, di coltivare quel dolce sogno così, definitivamente interrotto dall'arrivo del beffardo Nightmare chiamato Vettoretti. Adesso, dopo il fragore dell'ultimo passionale scontro, rimangono le lacrime di un trapasso che, proprio grazie al silenzio del suo dolore, offre ora, seppur nel palcoscenico sgradito della PROMOZIONE, la possibilità di riorganizzare le idee, "forzata" situazione, la quale, contrariamente alla propria frustrante apparenza, appare come una potenziale opportunità per rafforzare ancora di più l'ambiente, nell'ottica di una futura rinascita. Fiducia e speranza devono, dunque, cercare di essere, in questo buio momento, le parole d'ordine, per una società che, dall'alto della sua esperienza e tradizione, saprà sicuramente trovare la forza di rimettersi in cammino più sicura di prima. Perché al tramonto segue sempre l'alba. D'altronde, lo dice anche il tempo: rosso di sera, bel tempo si spera!
OPITERGINA, ale!


Fonte: USD OPITERGINA