UNO CONTRO UNO: LUCA ANTONELLO VS MAURO CONTE

16-08-2019 20:00 -


Precisiamolo subito per evitare facili fraintendimenti. A dispetto di quanto potrebbe suggerire il suo cognome Mauro Conte non è Antonio Conte, né Mauro Tossani. Certo in campo il tecnico coneglianese indicando sempre i movimenti giusti da fare e cercando di correggere ogni più piccolo errore per cercare di raggiungere la perfezione tecnica si fa sentire proprio come l'omonimo celebre allenatore leccese e il "Sergente" bolognese che tanti bei ricordi sportivi ha lasciato qui a Oderzo proprio grazie alla ferrea disciplina. Ma al di là del rettangolo di gioco il nostro neo mister dimostra di possedere tutto un altro carattere. Gli occhi, il sorriso e la gestualità del classe '69 rivelano infatti gentilezza, compostezza, serenità, sicurezza e simpatia. Virtù che, dopo aver fatto correre Portomansuè, Cordenons, e Liventina e aver permesso a Conte di salire in Eccellenza e in Serie D, oltre a rassicurare l'Opitergina incoraggiando le speranze di successo della nostra società, ci hanno offerto l'occasione di scambiare quattro chiacchiere con il nuovo allenatore biancorosso. E donare così agli appassionati l'opportunità non solo di conoscere meglio il nuovo condottiero ma anche di riflettere più attentamente sulla squadra presentata e sul campionato che sta per iniziare.

DOMANDA: Mister, lei ora ha ripreso il gessetto, la lavagnetta tecnica e si è riaccomodata in panchina, però prima di tornare a riassaporare il piacere di guidare una squadra importante si è ritrovata ad attendere 5 mesi. Certo, non un'eternità ma nemmeno poi così poco per un tecnico del suo spessore. Come ha vissuto questa attesa?

RISPOSTA: Sicuramente è stato un periodo difficile: ti manca il campo, ti manca l'adrenalina della domenica, ti mancano tutte queste cose qui. Si cerca di far passare il tempo in fretta aggiornandosi, andando a vedere partite, andando a vedere giocatori per non buttare via questo tempo che purtroppo si è costretti a passare. Ho avuto delle proposte però l'Opitergina è quella che mi ha stuzzicato di più, un po' perché ci sono già stato e so che ambiente trovo, so che hanno voglia di far bene.

DOMANDA: Eletta ufficialmente dall'Opitergina come suo nuovo allenatore il 19 aprile lei di fatto è stata il primo coach della Marca a trasferirsi anche se in realtà era stata avvistata all'Opitergium già il 10 marzo in occasione di Opitergina-Vedelago. Un accordo che legandola a uno dei club trevigiani più blasonati ha permesso a lei di arricchire il personale curriculum e alla società di tornare a sognare. Qual è lo stimolo che l'ha spinta a insediarsi proprio in riva al Monticano? La sua è stata una scelta immediata o è stata tentata anche da altre proposte?

RISPOSTA: Il fatto di essere già stato qui, di sapere cosa trovo, le persone sono quasi sempre le stesse e sono persone che hanno passione, che vogliono far bene, che ti mettono in condizione di far bene, e sicuramente nel calcio di oggi trovare una realtà così bisogna cercare di non farsela scappare.

DOMANDA: Il presente e il futuro sono certamente importanti, ma anche il passato non va dimenticato. Tra tutti i club in cui ha prestato le sue competenze tecniche ce ne sono due, il Cordenons e la Liventina, che le hanno regalato indimenticabili soddisfazioni. Qual è la partita e il momento più belli che le si sono indelebilmente impressi nel cuore?

RISPOSTA: Quando vinci i campionati sono tutte belle, tutte le partite diventano importanti. Se ne devo tirare fuori una, dico Sedico con la Liventina, perché eravamo a pari punti a tre giornate dalla fine, abbiamo vinto in casa e abbiamo messo una pietra importante sulla nostra vittoria. Quando vinci vuol dire che vivi bene anche fuori dal campo; difficilmente una squadra che non vive fuori dal campo bene riesce a raggiungere dei risultati importanti. Quindi è compito mio. Da questo lato abbiamo preso anche dei ragazzi molto validi, per il fatto di creare una famiglia, di creare un gruppo che abbia gli stessi obiettivi e che faccia di tutto per cercare di fare il meglio possibile.

DOMANDA: Come detto, nei due club citati finora è riuscita a condividere le gioie più grandi tuttavia non è stato tutto solo rose e fiori. A Motta ad esempio, dopo l'ascesa in serie D è arrivata subito una ricaduta in Eccellenza che l'ha costretta ad allontanarsi. Un esonero forse ancor più doloroso visto che con i mottensi, in virtù del suo ritorno, aveva instaurato un rapporto ancora più stretto. Qual è stata la causa principale di questo fallimento? Ritiene che avrebbero potuto esserci dei margini per evitare tale triste epilogo? E come vede ora i biancoverdi?

RISPOSTA: Dispiace quando c'è un esonero. Purtroppo noi allenatori siamo legati ai risultati quindi alla fine c'era una squadra che probabilmente faceva fatica a fare la Serie D per una serie di motivi e alla fine i risultati non sono venuti e come accade in questo mondo l'allenatore è quello che paga. Quindi mi dispiace perché poi si erano creati dei legami importanti con le persone, con le società, ma il calcio è come la vita: quando le cose vanno non ci sono problemi, quando le cose non vanno l'arma è quella di mandar via l'allenatore. Alla Liventina auguro di far bene, di fare un buon campionato, di raggiungere gli obiettivi che si prefiggono. È una squadra che mi resterà nel cuore perché quando vinci, per quanto poco, sei sempre legato.

DOMANDA: Chiudiamo questa parentesi mottense e torniamo a Oderzo. Lei è riuscita a diventare uno dei migliori tecnici del nostro territorio grazie a un talento sottolineato dal suo marchio di fabbrica: il 3-4-3. Ossia un modulo che è pronta a proporre anche alla nostra squadra. Pur essendo ancora presto per azzardare ipotesi, tenendo conto dei giocatori, crede che rimarrà sempre fedele a questo modello tattico o non esclude la possibilità di adottare anche altre soluzioni in corsa?

RISPOSTA: Noi siamo qui per fare dei risultati. È chiaro che io ho delle idee, delle convinzioni; però nel momento in cui queste idee non mi portano risultati devo cercare una strada migliore. Sicuramente la squadra è stata costruita per provare a giocare con una difesa a 3, per provare a mettere in pratica le idee principali che ho. Però sicuramente terremo conto dei risultati, di come si troveranno i ragazzi, delle sensazioni che hanno e cercheremo il sistema migliore per fare i punti.

DOMANDA: Passiamo ora a coloro che saranno chiamati a dover tradurre concretamente in campo le sue indicazioni, ovvero gli atleti. Campaner, Carniello, Sartorello, De Pin, Uliari, De Freitas, Zorzetto, Alcantara per non parlare di tutti quei riconfermati che nella passata stagione hanno dimostrato il loro valore. Se volessimo fare un paragone automobilistico si potrebbe dire che la società le ha messo tra le mani una Lamborghini di tutto rispetto. Si sente soddisfatta del gruppo a disposizione o le sarebbe piaciuto accogliere pure qualcun'altro?

RISPOSTA: Io credo che la società abbia fatto il massimo che potevo aspettarmi. Mi ha messo a disposizione una squadra importante perché ha un obbiettivo importante. Quindi ben venga la Lamborghini, impareremo a guidarla il meglio possibile.

DOMANDA: Tra i "leoni" biancorossi a cui è stata rinnovata la fiducia c'è anche Alessio Rocco, giovane che lei già conosce un po' bene avendolo visionato nella partita contro il Vedelago. Che impressione le ha fatto il classe 2001 e quale ruolo pensa potrà ricoprire all'interno del gruppo?

RISPOSTA: Sono rimasto favorevolmente impressionato da Alessio, mi sembra un giocatore che ha delle qualità. In questo campionato c'è l'obbligo di far giocare tre fuori quota, quindi sicuramente se la giocherà con gli altri ragazzi che abbiamo perché la società ha preso una Lamborghini e ha preso tutti i pezzi della Lamborghini. Lui è uno di quelli; è chiaro che la concorrenza quest'anno è alta, ma ha le qualità per ritagliarsi uno spazio importante.

DOMANDA: La stagione deve ancora iniziare ma concludiamo provando lo stesso a dare una sbirciata al campionato che avanza. In generale secondo lei che competizione ci aspetta? Invece nello specifico come giudica il livello degli avversari e quali sono le concorrenti che teme di più e, in base a questo, fin dove crede potrà spingersi la nostra squadra?

RISPOSTA: È inutile nasconderlo, il Treviso mi sembra la corazzata di questo campionato. Quindi individualmente sicuramente sono una spanna sopra tutte le altre, compresi noi. Però noi siamo una squadra competitiva, una squadra che può andare in campo per vincere ogni domenica. Se saremo bravi a non buttare via punti e ad affrontare le partite nella maniera giusta secondo me possiamo creare delle difficoltà a questa corazzata. Le altre squadre sono tutte ormai attrezzate e organizzate. Il Caorle La Salute, le due neo–promosse, il Cavarzano Oltrardo e il Godega sono due squadre rognose che sicuramente non hanno la qualità del Treviso o la nostra, però sono campi dove puoi perdere dei punti. Quindi dovremo essere bravi a cercare di lottare fino alla fine sapendo che, insomma, qualcosina in meno abbiamo, ma che bisogna tirare fuori da altre parti quello che manca.


Fonte: USD OPITERGINA