L'OPITERGINA A SOSTEGNO DELL'ADVAR

Giovedì 30 maggio, nel corso di un incontro conviviale, il Presidente Enrico Montenero ha consegnato alla Presidente ADVAR, Anna Mancini, accompagnata dalla coordinatrice per l'Opitergino Mottense della stessa associazione, dottoressa Gilda Fazzello, un contributo di € 3.080,00, la cui raccolta è stata possibile grazie all'impegno del Consiglio Direttivo dell'Opitergina, degli sponsor e dei simpatizzanti, nonché della prima squadra, che ha voluto partecipare a questo importante gesto di solidarietà.

La Presidente Anna Mancini, nel suo intervento, nel ringraziare per quanto fatto a favore dell'ADVAR, ha evidenziato, con parole che, per la passione che esprimono, hanno saputo emozionare i presenti, quanto sia indispensabile la solidarietà della comunità per continuare nella realizzazione dei progetti in corso e per il mantenimento delle attività rivolte all'assistenza sanitaria e sociale delle persone ammalate e dei loro famigliari. La dignità e il benessere delle persone rimangono al centro di un impegno per "la rinascita" di coloro che, colpiti da gravi patologie, possano sentirsi soli e abbandonati in un vicolo cieco.

Questa iniziativa, ha affermato il Presidente Enrico Montenero, continua l'impegno dell'Opitergina per sostenere le associazioni del territorio che sono impegnate nell'assistenza alle persone ammalate e bisognose di una particolare assistenza. Nel ringraziare tutti quelli che hanno collaborato e sostenuto l'iniziativa, ha sottolineato come essa rappresenti un modo per operare positivamente, oltre al mondo dello sport, per ricordare ai giovani l'importanza dell'offrire un aiuto a chi si trova in difficoltà o per sostenere progetti che, comunque, possano garantire lo sviluppo della comunità.

L'Assessore allo Sport del Comune di Oderzo, Enrico Patres, nel congratularsi con l'Opitergina per quanto fatto, ha evidenziato il ruolo fondamentale delle persone che sono impegnate nelle attività di cura ed assistenza, quali quelle assicurate dall'ADVAR, per la presenza in loro di doti personali ed umane, oltre che di competenze professionali, non comuni ed indispensabili a sostenere il percorso delle persone ammalate e dei loro famigliari.