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OPITERGINA ALÈ INTERVISTA ANDREA TONON

04-04-2018 08:00 - Società

È l´unico giocatore esentato dallo spingere in avanti la palla. Eppure anche lui, proprio come i suoi compagni, durante il tragitto di campionato finora compiuto, e specialmente in queste ultime giornate, è riuscito ugualmente a lasciare il segno. Grazie alla facilità nell´uscire in presa alta e all´agilità di un vero felino nel tuffarsi ai lati per respingere i palloni scagliati con forza nella sua direzione, infatti, per il momento, è sempre riuscito a compiere interventi paragonabili a veri e propri gol. Stiamo parlando di Andrea Tonon, il nostro guardiano che, sorvegliando a ogni partita con attenzione e fedeltà la porta, sta contribuendo a quell´obiettivo chiamato 3° posto alla portata. Dopo aver contattato tanti colleghi occupati a svolgere il classico ruolo dei calciatori, questa volta abbiamo scelto di sentire un atleta impegnato nell´altra parte del campo non solo per il buon momento che sta vivendo, ma anche per darvi il suo parere su questo interessante e complicato duello ormai imminente.

DOMANDA: Tonon, come successo nella passata stagione con il collega Cattelan, il suo inatteso arrivo è stato un piacevole fulmine che, rischiarando improvvisamente la serena estate di calciomercato biancorosso, ha dato il via alla costruzione di una nuova Opitergina, sì giovane, ma ancora più competitiva. Che cosa ha provato quando ha avuto la conferma che avrebbe fatto la guardia alla porta di una delle società tra le più prestigiose e ricche di storia della Marca come l´Opitergina?

RISPOSTA: Diciamo che non potevo capitare in una società migliore per quanto riguarda l´ottima organizzazione e gli obiettivi che sin da inizio anno si era prefissata. Quest´estate quando si profilava la possibilità che non avrei continuato la mia avventura a Vittorio Veneto, l´Opitergina è stata una delle prime società a contattarmi e non è stato difficile trovare un accordo visto la storia di questa società e l´importanza della piazza. Dopo la mia conferma la società si è mossa molto bene sul mercato e siamo riusciti a costruire una rosa competitiva e i risultati lo stanno evidenziando anche se ci sono ampi margini di miglioramento.

DOMANDA: Lei ha avuto la possibilità di crescere all´ombra del Vittorio Falmec per sei stagioni consecutive prima di effettuare il recente trasferimento. Tuttavia, immaginiamo che anche per un portiere esperto come lei non dev´essere stato proprio così automatico cambiare maglia, entrare in questo ambiente e conoscere subito i suoi compagni. Ora che ha condiviso molte emozioni, in generale, dal punto di vista tecnico, ma anche umano, come vede il nuovo gruppo in cui è arrivata? Per caso ha avuto modo di stringere un speciale rapporto di amicizia con qualcuno o si trova bene con tutti?

RISPOSTA: Sin dall´inizio ho trovato un gruppo costituito da tanti giocatori nuovi, un giusto mix tra giovani e più esperti, e siamo entrati subito in sintonia. Cambiare maglia dopo parecchi anni nella stessa società non è stato facile, però da subito si è creato un bel gruppo ambizioso che speriamo riesca a concludere la stagione nel migliore dei modi. Ho legato con tutti, in particolare con i più esperti (che devono fungere da esempio anche per chi è arrivato da poco in prima squadra) visto che tra i "vecchi" spesso ci confrontiamo per limare ogni piccola sbavatura per affrontare ogni impegno con la massima efficacia.

DOMANDA: Come si potrebbe affermare: "allenatore che hai, indicazione che trovi". Sono passate già 5 partite da quando, partito mister Piovanelli, avete accolto coach Muzzin eppure, a guardare i risultati, sembra che non abbiate minimamente risentito del cambio. Merito certo vostro ma anche di un tecnico il quale, pur avendo forse una visione di gioco un po´ diversa, è riuscito a dimostrare subito il suo valore. Personalmente come le sembra questo tecnico e quale crede sia stato il segreto di tale successo non proprio così scontato?

RISPOSTA: La squadra nei frangenti più delicati della stagione si è comportata con grande professionalità. Abbiamo superato in maniera positiva il cambio di allenatore facendo gruppo e cercando di remare tutti dalla stessa parte per il raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo prefissati. Il mister sta cercando di far valere la propria idea di gioco senza però snaturare quelle che sono state sin dall´inizio le nostre qualità. Non è facile prendere il timone di una squadra "in corsa", però, da questo punto di vista, il mister sta cercando di mettere dentro qualcosa in più, in maniera equilibrata, per rendere le nostre prestazioni più efficaci possibili da qui alla fine del torneo.

DOMANDA: I numeri in generale non sono mai molto amati ma nel calcio possono aiutare a far comprendere, se non tutto, almeno in parte una determinata situazione e allora soffermiamoci a fare un po´ di conti. La statistica dice che in 5 gare, in campionato ha preso 3 gol (quello a Conegliano e i due col Fontanelle), mentre riferisce che in Coppa sta mantenendo la nostra porta inviolata da 3 partite. È un grande risultato, ma se proviamo a sommare i due dati vedremo che in 8 gare ha raccolto in tutto 3 soli gol. Tuttavia, se si pensa bene, anche a Vittorio Veneto era abituata a convivere con cifre simili. Secondo lei è più il talento personale, l´esperienza o l´allenamento a offrirle queste prestazioni?

RISPOSTA: Ho sempre avuto la fortuna di giocare in ottime squadre composte da bravissimi ragazzi. Credo sia riduttivo dare merito al portiere quando la porta resta inviolata e condannarlo quando le cose vanno meno bene. È importante che tutta la squadra sia coesa e ambiziosa nei propri obiettivi. Poi, ovviamente, il mio ruolo è diverso rispetto agli altri: devo limare al massimo le imprecisioni perché, si sa, quando sbaglia il portiere sono dolori. Detto questo speriamo di mantenere fino in fondo questo trend cercando di subire pochi gol che, a mio modo di vedere, è necessario per raggiungere grandi risultati.

DOMANDA: È convinzione diffusa ritenere che il ruolo del portiere sia uno dei mestieri più esaltanti, ma allo stesso tempo, anche più rischiosi che esistano nel mondo dello sport. Se infatti compi un "miracolo" e fai vincere la squadra ti acclamano, se invece ti lasci sfuggire un errore decisivo ti brontolano dietro. Da questo punto di vista il portiere sembra si trovi a dover fare i conti con lo stesso coefficiente di difficoltà che di solito deve affrontare un arbitro. Si trova d´accordo o no con tale affermazione? Come mai all´inizio della carriera ha deciso di assumersi questa particolare responsabilità? E che idea si è fatta al riguardo?

RISPOSTA: Come detto prima il mio ruolo comporta una grande responsabilità. Basta fare un mezzo errore per vanificare il lavoro fatto in settimana da tutta la squadra. Io solitamente cerco di parlare il meno possibile degli arbitri. Sono dell´idea che, come noi facciamo errori, sia comprensibile li possano fare anche loro. Le valutazioni sbagliate vengono fatte nei massimi campionati e nelle competizioni europee figuriamoci se questo non possa accadere anche nei nostri campionati dilettantistici.

DOMANDA: Il suo, oltre che essere un lavoro, forse lo si può considerare anche una passione. Allora proviamo a giocare un po´ con l´immaginazione. Come avrà avuto modo di notare, in squadra ci sono colleghi-attaccanti muniti di qualità. A parti invertite, chi di loro non vorrebbe mai ritrovarsi ad affrontare? Invece qual è stato il centravanti avversario più forte con cui si è realmente battuta finora in stagione? E in generale nella sua carriera al momento?

RISPOSTA: Credo che la nostra squadra abbia un reparto offensivo tra i migliori della categoria, con delle individualità molto importanti che se messe al servizio del collettivo possono diventare determinanti. Negli anni passati ho giocato contro più o meno tutti quelli che ora sono miei compagni di squadra e, sinceramente, il nostro capitano Cattelan più di qualche gol me l´ha fatto negli anni passati. Tra le altre squadre del nostro girone due attaccanti che mi hanno fatto una buona impressione sono stati Gnago del Portomansuè e Cesca del Treviso. Nella mia carriera l´attaccante più forte con il quale ho giocato contro è stato Oba Martins (quando giocavo a Venezia nel campionato Primavera e lui nell´Inter): veramente un fenomeno.

DOMANDA: Tonon, ormai siamo arrivati alla fine della nostra chiacchierata, tuttavia non ci si può congedare senza fermarsi a riflettere un attimo sul nuovo avversario con cui state per confrontarvi. Infatti state per ospitare non un rivale qualunque ma il Vazzola, ovvero la squadra che sta insidiando l´Opitergina ed il Treviso nella lotta per il terzo posto. Che partita si aspetta di vivere?

RISPOSTA: Credo che sia una gara ricca di insidie come del resto tutte le partite della metà del girone di ritorno: tutte le squadre chi per salvarsi chi per puntare a salire di categoria danno qualcosa in più. Il Vazzola dopo una flessione nel girone di andata ha ripreso a macinare risultati e sta dando del filo da torcere a tutti. Penso che sia una gara aperta ad ogni risultato che però dovremo cercare di fare nostra se vogliamo consolidare la nostra posizione in classifica e poi sperare che lassù succeda qualcosa...

Luca Antonello


Fonte: OPITERGINA ALÈ

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