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OPITERGINA ALÈ INTERVISTA IL DIFENSORE ANDREA MORETTO

17-11-2019 08:00 - Società

A volte lo notiamo quando dalla lontana area di rigore, invitato dai compagni o dalle occasioni offerte da qualche calcio piazzato, trova il modo di farsi largo e togliersi anche lui la soddisfazione di mettere in difficoltà gli avversari. Tuttavia quasi sempre, come richiede la sua mansione, rimane nascosto nelle retrovie intento a rompere le trame dei contendenti e a tessere le impostazioni dei nostri. È l'umile e non sempre facile vita che trascorre in campo Andrea Moretto. Difensore "gentiluomo" classe '96 che, dopo essere stato costretto a seguire la ripresa della passata stagione a bordo campo, ora silenzioso come un'ombra sta tornando a dare il suo preziosissimo contributo insieme ai nuovi compagni.

DOMANDA: Moretto, lei insieme a Battistella, Matteo Franzin, Gjini, Martini e Florean oltre al brutto infortunio che l'ha relegata in panchina è riuscita a sopravvivere anche al grande "rebalton" compiuto dalla società che in estate ha portato sulle rive del Monticano tanti compagni guadagnandosi la riconferma. Un riconoscimento ottenuto attraverso instancabili ed eroici interventi difensivi accompagnati talvolta pure da alcuni coraggiosi inserimenti offensivi. Quale crede possa essere la dote (o le doti) che finora le ha o le hanno permesso di interpretare bene un ruolo non sempre così facile e a volte lontano dai riflettori come quello del difensore centrale?

RISPOSTA: Dal mio punto di vista gioca un importante ruolo la costanza e la determinazione a raggiungere un obiettivo comune ascoltando le richieste dell'allenatore, integrandole con i consigli dei compagni con maggiore esperienza sulle spalle, in maniera tale da creare tutti i presupposti per un buon lavoro di squadra. Inoltre, saper di poter contare su una società e uno staff molto disponibili, permette di allenarsi con intensità e spensieratezza concentrandosi esclusivamente su quello che succede in campo.

DOMANDA: Un posto fisso da titolare, prestazioni di sostanza arricchite pure da 1 gol e voti in pagella quasi sempre apprezzabili. Insomma, alla sua prima stagione in biancorosso stava scorrendo tutto liscio come una palla su un terreno di gioco ben bagnato. Poi durante l'intervallo natalizio è arrivata la sorpresa più brutta: uno stiramento che l'ha costretta a ingaggiare un'altra sfida questa volta contro i suoi muscoli costringendola a rimanere ferma per il resto del campionato. Sapendo di essere ancora giovane, che sensazione ha avuto quando si è ritrovata costretta a seguire i suoi colleghi solo accomodandosi in panchina per così tanto tempo?

RISPOSTA: All'inizio devo ammettere che è stato destabilizzante per me, trattandosi del primo infortunio importante che ho dovuto affrontare. Voler lottare per obiettivi importanti con la squadra e non poterlo fare mi ha demoralizzato però allo stesso modo mi ha permesso di crescere e comprendere quanto sia fondamentale un'adeguata riabilitazione fatta di piccoli traguardi quotidiani. Ora è tempo di guardare avanti e concentrarsi su tutto quello che è necessario per affrontare al meglio questa stagione.

DOMANDA: Dopo aver vinto la sua "partita" con il guaio muscolare al rientro dalle vacanze si è ritrovata mister Conte. Un nuovo maestro che facendovi studiare ed eseguire in campo la sua materia tattica, il 3-5-2, vi sta educando a una cultura fatta di lavoro, atteggiamento e gioco propositivi. Personalmente, considerando il compito che deve svolgere in campo e tenendo conto anche dell'esperienza avuta nella passata stagione, come si sta trovando con questa disposizione?

RISPOSTA: Personalmente ritengo che questo modulo trovi riscontro positivo nella squadra, soprattutto perché adatto alle nostre caratteristiche fisiche e tecniche, e perché permette di mantenere un buon equilibrio tra i reparti. Al di là del modulo, credo che il continuo mettersi in competizione positiva tra compagni durante le varie sedute di allenamento permetta di esercitarsi in un clima motivante e ciò permette di migliorarsi giorno dopo giorno.

DOMANDA: Nell'impegno con il Fontanelle in assenza di Campaner come sempre ha recitato la parte del difensore centrale mentre in altre sfide in cui è stata schierata titolare l'abbiamo vista muoversi, se richiesto, anche a centrocampo. Ritiene che sia più facile o difficile scortare e proteggere Sartorello o costruire e supportare le azioni d'attacco? E perché?

RISPOSTA: Sono convinto che se gli obiettivi sono elevati, le responsabilità vanno di conseguenza. Il ruolo del difensore è fondamentale per raggiungere traguardi importanti nel lungo periodo, d'altra parte cominciare nel migliore dei modi un'azione offensiva sviluppando le idee dell'allenatore dalla zona mediana del campo, porta ad un gioco più fluido e pulito nella metà campo avversaria. Mi ritengo ancora giovane ed è stimolante interpretare ruoli a me nuovi in un calcio dove è sempre più richiesta duttilità al giocatore.

DOMANDA: Andando a spulciare l'archivio delle statistiche ci siamo accorti di un'interessante curiosità. Nel precedente campionato in 16 presenze collezionate ha rimediato solo 1 ammonizione mentre ora, su 8 volte in cui è scesa in campo, ne ha prese 3. Non c'è che dire, lei è un lottatore davvero leale! Ma come fa a tenere la sua fedina sportiva così pulita e allo stesso tempo a recuperare quasi sempre con successo la palla riducendo il rischio che il suo cognome finisca nel taccuino dell'arbitro?

RISPOSTA: Certamente questa statistica è dettata dal modulo e dal modo di giocare. Utilizzando un 3-5-2, in difesa si creano spesso circostanze di duelli diretti come 1 vs 1 da dover affrontare in fase di non possesso. Essendo un ruolo vicino alla porta, impedire agli avversari di essere pericolosi evitando anche di arrivare a conclusione attraverso punizioni risulta fondamentale. La tattica individuale ricopre un'importanza primaria soprattutto utilizzando questo modulo. Sicuramente posso migliorare e in questo i miei compagni e l'allenatore mi stanno molto aiutando.

Luca Antonello


Fonte: OPITERGINA ALÈ

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