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OPITERGINA ALÈ INTERVISTA IL DIFENSORE MARCO PEDERIVA

31-03-2019 08:00 - Società

Al giorno d'oggi sono tante le virtù che vengono richieste a un calciatore: un atleta infatti deve preferibilmente possedere un buon fisico per resistere ai contrasti ma anche avere una grande reattività per poter intervenire e offrire gli spunti utili a proporre. Deve sapersi adattare ricoprendo se necessario più ruoli per aiutare a fronteggiare eventuali emergenze di formazione, mostrare costante attenzione per sbagliare il meno possibile e mentalità vincente. Ma non è tutto perché a queste qualità, un buon giocatore di pallone è chiamato a mettere in mostra anche il coraggio. Il coraggio non solo di scegliere le giocate giuste o di prendersi le sue responsabilità ma talvolta anche di cambiare squadra per poter arricchire la propria esperienza. Coraggio che in questo caso Marco Pederiva ha dato prova di detenere scegliendo di abbandonare le sicurezze trasmesse da un modello tattico e da un rapporto con i compagni divenuto ormai familiare trovati nel Portomansuè per provare a rimettersi in gioco in un altro club: il nostro. Un'opportunità di rilancio la quale, all'arrivo del calciomercato invernale, è stata presa subito al volo dal terzino biancorosso. Classe '93 che, armandosi di buona volontà e fiato per spingere, come il collega Stentardo dopo aver saputo guadagnarsi presto il posto fisso in gruppo è ora a un passo dal vincere la scommessa fatta a sé stesso.

DOMANDA: Pederiva, l'uomo, e dunque nel nostro ambito più precisamente il calciatore, in genere è sempre attratto dal richiamo di nuove sfide. Anche lei ha contribuito a dimostrare e ribadire questa caratteristica visto che, appena conclusa la prima parte del torneo, ha prontamente deciso di seguire le orme del collega Stentardo entrando a far parte della nostra squadra. Cos'è che l'ha convinta a lasciare Mansuè per trasferirsi a Oderzo?

RISPOSTA: La prima parte di campionato, devo essere sincero, non mi ha dato le soddisfazioni della passata stagione e avevo bisogno di nuovi stimoli e Oderzo mi sembrava l'ambiente più idoneo per partire da zero e contribuire a costruire qualcosa di grande e piacevole.

DOMANDA: Di solito ogni società e ogni squadra, proprio come una città o un'opera d'arte tendono a mostrare quasi subito agli arrivati le loro caratteristiche più belle e talvolta pure divertenti. Immaginiamo che anche lei, dal giorno del suo ingresso nell'Opitergina abbia avuto, prima o poi, la possibilità di conoscere il lato migliore della sua nuova compagnia. Qual è dunque l'aspetto tecnico e quello riguardante il rapporto con i colleghi che le ha dato fin dall'inizio una buona impressione e che sta continuando a piacerle di più anche adesso?

RISPOSTA: Fin dal mio primo giorno qui all'Opitergina mi sono sentito a casa, una società seria con fondamenta solide, la società mi ha accolto benissimo dimostrandomi fin da subito affetto e disponibilità. Per quanto riguarda il rapporto con i miei colleghi, sono tutti delle persone molto serie e professionali, inoltre è stato molto facile ambientarmi dato che conoscevo molti giocatori con cui ho condiviso bei momenti nelle passate stagioni tra cui Delpapa, Sakajeva, Gjini e Lauro Florean.

DOMANDA: Generosità, massima attenzione e determinazione nell'interpretare le due fasi di copertura e spinta, oltre a una buona velocità e precisione nel servire con i cross i compagni. Insomma, da quando si è unita a questo gruppo anche lei non ha perso tempo a mettere in mostra delle qualità che le hanno permesso di diventare subito un inamovibile esterno. Alla luce di tali osservazioni, sente di essere un terzino già completo o ritiene ci siano ancora altri elementi tecnici o caratteriali da migliorare?

RISPOSTA: Purtroppo c'è sempre da migliorare, non mi sento assolutamente un terzino completo perché dovrei migliorare sia nella fase difensiva che in quella offensiva, ma è un ruolo che, se interpretato bene, può darti delle grandi soddisfazioni in campo. Per quanto riguarda il lato tecnico mi piacerebbe migliorare soprattutto il colpo di testa che, nel caso mio, è alquanto scadente.

DOMANDA: Adesso, dopo aver conosciuto meglio lei e il suo rapporto con la squadra, proviamo ad allargare un po' il nostro punto di osservazione. Come indica la terza posizione, pur avendo perso qualche punto prezioso per strada, lei e il resto della squadra state comunque onorando il torneo e se non ci fossero Portogruaro e Prodeco Montello a quest'ora sareste voi a guidare la comitiva dei club del girone D di Promozione. Il problema è che ci sono anche proprio queste due formazioni, due corazzate che stanno intraprendendo un duello privato per contendersi il primato del girone. Secondo lei, c'è stato un momento nel corso della stagione in cui avete sentito che potevate inserirvi anche voi nella disputa per la promozione o vi siete accorti presto che quelle due rivali avevano un passo completamente diverso da tutte le altre?

RISPOSTA: Essendo arrivato a dicembre, non so dire com'è stata la prima parte della stagione, però posso dire che le due corazzate davanti non stanno sbagliando una partita, ed è così che si vincono i campionati, con costanza e determinazione, una specie di rullo compressore; ed è un vero peccato, perché reputo la nostra squadra una delle più competitive del girone se non la migliore avendo a disposizione giocatori che hanno disputato campionati importanti e prestigiosi.

DOMANDA: Domenica avete avuto il piacere di festeggiare, seppur sfruttando anche il piccolo aiuto donato dalla fortuna, un'altra vittoria. Tuttavia ora è già tempo di rientrare in campo perché sta per farsi avanti il Vazzola, rivale il quale dà l'impressione di essere tranquillo, un po' come voi che ormai avete già puntellato la terza posizione. Con quale atteggiamento crede che affronterete questa sfida che all'apparenza sembra non avere niente da dire ancor prima di incominciare?

RISPOSTA: Io, purtroppo, data l'espulsione di domenica scorsa, guarderò la partita dalla tribuna ma sono sicuro che la squadra affronterà la sfida come se dovesse vincere il campionato perché è nell'indole del calciatore dare sempre il 100% per portare a casa la vittoria, senza fare calcoli o supposizioni e so che la squadra non la sbaglierà perché da qui alla fine non possiamo permetterci nessun passo falso soprattutto per la nostra reputazione e quella della società.

DOMANDA: La terra promessa dei playoff pare essere ormai irraggiungibile. Nonostante ciò, per quanto strano, la matematica non vi ha ancora definitivamente condannati. Perché è vero, mancano solo 4 giornate eppure, calcolatrice alla mano, vi "basterebbe" da una parte superare tutte queste ultime 4 prove e dall'altra sperare in altri eventuali passi falsi del Prodeco Montello per raggranellare quei 12 punti utili ad andare a -6 dalla vice capolista e, mantenendovi sotto la soglia dei 7 punti limite, accedere agli spareggi promozione. Lei e i suoi colleghi ritenete di poter ancora effettivamente realizzare questa proibitiva impresa o la ritenete una missione impossibile?

RISPOSTA: È vero, la matematica non ci ha ancora condannato ma purtroppo dobbiamo essere realisti e metabolizzare che ci servirebbe un vero e proprio miracolo per recuperare i punti utili ad avvicinarsi alle due capolista. Detto ciò, non molleremo soprattutto per una questione di orgoglio e reputazione sia nostra che della società che ci ha sempre sostenuto.

Luca Antonello


Fonte: OPITERGINA ALÈ

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