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OPITERGINA ALÈ INTERVISTA IL DIRETTORE GENERALE GIULIANO MASCHERIN

22-04-2018 08:00 - Società

Certi amori non finiscono mai. Non si tratta solo dell´inizio della celebre frase pronunciata da Venditti né della poetica espressione usata da Galliani per far comprendere il forte legame creatosi tra lui, Kakà e il Milan, bensì quello che ha concretamente dimostrato l´attuale Direttore generale dell´Opitergina Giuliano Mascherin. Classe ´53, originario di Piavon, ma attualmente residente a Oderzo, Mascherin infatti, appesi gli scarpini al chiodo dopo aver prestato "servizio" nell´Opitergina, nel Gemeaz San Polo e aver chiuso giocando nella squadra della sua città natale, ha poi avuto l´opportunità di mantenere il rapporto con il pallone diventando membro della nostra società. Un ritorno il quale, oltre a rinnovare il rapporto di lavoro e affetto tra ambiente ed ex giocatore, ha dato al diretto interessato l´occasione di mostrare la propria bravura ed esperienza anche fuori dal campo. Alla luce di questo importante curriculum abbiamo pensato di raccogliere la sua testimonianza per poter mostrare i meriti di un uomo che con la propria passione rappresenta uno dei volti più significativi dell´Opitergina.

DOMANDA: Mascherin, tutti nel loro cuore coltivano un sogno ma per riuscire a trasformarlo in realtà o mettersi in cammino per raggiungerlo occorre pur avere un punto di partenza. In tal caso come ha fatto a innamorarsi di questo sport e dunque a trovare lo stimolo per lanciarsi alla caccia del suo sogno?


RISPOSTA: Per rispondere a questa domanda bisogna tornare agli anni ´60, tempo in cui da ragazzo potevi giocare con gli amici interi pomeriggi. A Piavon si giocava a calcio nel campetto vicino alla chiesa e io riuscivo a competere con i ragazzi più grandi. Qualcuno si accorse di me e mi portò all´Opitergina. Giocai con gli Allievi e poi, a 16 anni, esordii in prima squadra dove rimasi stabilmente per otto anni. L´amore per questo sport è stato spontaneo, alimentato da una forte passione mai scemata. Ricordo ancora tutto come fosse oggi: la prima partita in prima squadra, il primo goal, le battaglie nello storico stadio di via Roma, con il pubblico vicinissimo che ci incitava. Ricordi meravigliosi!

DOMANDA: A volte i migliori proverbi sono quelli pronunciati non tanto dai sapienti, ma dalla gente "semplice". Tra i vari detti della tradizione popolare ce n´è uno che afferma che "Dio ´l sèra ´na porta e ´l verse un portòn" A prima vista questa espressione sembra non dire nulla, ma in realtà per lei pare assumere addirittura il tono di una premonizione. Dopo aver avuto il piacere di respirare il profumo del campo e aver ascoltato le emozioni liberate da ogni azione infatti ha avuto la possibilità di rimanere nel mondo del calcio. Qual è stata l´occasione che le ha permesso di entrare nella grande famiglia dell´Opitergina?


RISPOSTA: Mi chiamò l´allora Presidente Renato Bernardi e accettai volentieri pensando di dover ricambiare quello che il calcio mi aveva dato. Infatti, oltre alla scuola, questo gioco di squadra ha condizionato positivamente la mia vita professionale. Trascorrere molte ore della settimana in un gruppo, sacrificarsi, reagire alle sconfitte, aiutarsi, lottare nel rispetto dell´avversario, imparare a gestire le conflittualità, sono stati per me momenti di crescita importanti. Ho acquisito autostima, senso di responsabilità e leadership. Ora spero, con il mio impegno, di riuscire a trasferire questa positività ai ragazzi del nostro settore giovanile.

DOMANDA: Così come ogni essere umano ha la sua personalità, ogni mansione da lui svolta possiede una sua caratteristica ben precisa. Lei ad esempio oltre che Consigliere è anche Direttore generale. Cioè rappresenta una figura professionale molto familiare per gli addetti che lavorano nel paese del pallone, ma forse non così altrettanto ben conosciuta tra i tifosi. A tal proposito può, per favore, spiegare cosa significa essere direttore generale?

RISPOSTA: Essere Direttore generale in una società di calcio significa garantire la massima efficienza in termini organizzativi/operativi. Per quanto mi compete, gestire in sicurezza anche l´aspetto finanziario della stessa. Sapere che la società è sana permette di lavorare con maggior serenità. Ma partiamo da un concetto di pianificazione finanziaria in cui, dalle potenziali entrate previste, dipendono i budget di spesa da assegnare alla prima squadra, al settore giovanile, ai costi fissi, agli investimenti di miglioramento della struttura. Rigorosità nel rispetto delle possibilità di spesa e controlli andamentali periodici ci permettono di essere puntuali con collaboratori e fornitori. La nostra società deve vivere autonomamente come avviene in una normale azienda privata, pertanto mi permetto di ringraziare tutti gli sponsor che contribuiscono alla concretizzazione di questo modello di azienda.

DOMANDA: Come forse direbbe Goethe, in genere un lavoro può racchiudere in sé due anime: una parte composta da responsabilità e un´altra fatta di piacere. Nel suo caso immaginiamo che il compito di Direttore generale le porti un certo impegno, ma anche belle gioie. Tenendo conto di questo doppio aspetto e dei risultati finora ottenuti, si ritiene soddisfatta di ricoprire tale ruolo o le è mai capitato di pensare di provare a svolgere un´altra carica? Inoltre che tipo di rapporto di lavoro, ma anche umano conserva con gli altri membri della società?

RISPOSTA: Il nostro Consiglio è composto da 14 persone ognuna delle quali ha un ruolo specifico per il buon funzionamento della Società (ad esempio competenze legali, rapporti con i media, comparto sanitario, logistica, finanza, relazioni con enti e società esterne, rapporti con la Federazione, responsabili per la prima squadra, per il settore giovanile, rapporti con gli sponsor ecc.). Il gruppo è molto affiatato e alla base c´è un reciproco rapporto di fiducia e stima che aiuta a vivere questa avventura con entusiasmo sempre crescente.

DOMANDA: 10 mesi fa, in un soleggiato tardo pomeriggio d´estate, nel commentare la rosa assemblata aveva esordito dicendo che: "quest´anno ritenevate di aver fatto le cose per bene". Era una frase pronunciata nel discorso per presentare la nuova Opitergina, la stagione era alle porte e la curiosità abbondava. Poi ci sono state novità sia in campo che fuori e ora i nostri "leoni" sono a un passo dal mettere le grinfie sulla Coppa Veneto e il 3° posto in campionato. Adesso che ha avuto modo di vedere all´opera i ragazzi, cosa ne pensa di questa squadra?

RISPOSTA: Penso che senza l´infortunio di Cattelan potevamo trovarci in una posizione ancora migliore dell´attuale, evitando qualche passo falso imprevisto. Devo dire però che l´impegno del gruppo c´è sempre stato; nel corso dell´anno abbiamo assistito a momenti davvero gratificanti e di soddisfazione. Sono altresì convinto che mercoledì prossimo, a Vittorio Veneto, i nostri giocatori daranno del filo da torcere al blasonato Treviso...

DOMANDA: Se questa volta ascoltiamo il vecchio saggio scopriremo che tra quelle tante frasi da lui pensate per far riflettere ce n´è una che dice: "l´unione fa la forza". Tradotto nel nostro caso si può dire che gli obiettivi a portata di mano siano il risultato di un grande lavoro svolto dal gruppo. Tuttavia si potrebbe anche affermare che tali scommesse siano quasi state vinte pure grazie alla destrezza e all´impegno offerto dai singoli. In questo senso, tra tutti gli acquisti da lei ufficializzati, ce n´è qualcuno che l´ha particolarmente colpita? O che invece ha un po´ "tradito" le sue aspettative?

RISPOSTA: Lascio queste riflessioni a coloro che sono deputati a formare la squadra del futuro ed hanno un rapporto più stretto con i giocatori e l´allenatore. Posso affermare che abbiamo un bel gruppo di giovani da cui bisogna partire per organizzare l´attività del prossimo anno. Secondo me è importante pensare a quei giocatori che, oltre alle doti tecniche, sappiano "creare squadra" dimostrandosi leader positivi per i giovani.

DOMANDA: La prima squadra finora ha disputato una stagione degna di essere inserita nell´album dei ricordi dei migliori anni vissuti dalla nostra società. Allo stesso tempo però anche i giovani del vivaio hanno dimostrato di sapersi mettere ben in mostra. Come si spiega simili prestazioni? E, ragionando sugli sforzi prodotti, crede che dal progetto sul settore giovanile siate già riusciti a ottenere il massimo o ritiene ci siano ancora margini di sviluppo?

RISPOSTA: Il nostro obiettivo prioritario è quello di riuscire a disputare con le squadre giovanili i campionati regionali. Siamo sulla buona strada e speriamo quest´anno di concretizzare questa aspirazione. Ancor più importante però, per la nostra società, è mantenere e migliorare il servizio a favore del territorio. Offrire cioè alle famiglie la possibilità di accompagnare i propri figli in un ambiente sicuro, organizzato, con allenatori preparati affinché i ragazzi possano crescere e consolidare i valori positivi indispensabili per superare le difficoltà della vita.

DOMANDA: Dopo aver fatto il "giro" del suo cuore e il "giro" dell´Opitergina, eccoci al punto di arrivo ovvero la fine. Tuttavia è rimasto ancora un tema da affrontare, quello più pressante perché riguarda l´immediato presente. Oggi i ragazzi affrontano la Miranese, una partita oltre che speciale (perché sarà l´ultima disputata davanti ai nostri tifosi) anche fondamentale visto che aprirà la strada al decisivo slam finale di stagione. Al termine di questo appuntamento infatti arriverà la finale di Coppa con il Treviso. Infine, nell´ultima sfida di campionato, andrete a Vedelago. Alla luce di tale delicato calendario, che duello si aspetta di vedere con la Miranese? E quali sono le sue previsioni per questa conclusione di stagione?

RISPOSTA: Concordo sul fatto che per noi sarà un finale complicato. Oggi incontreremo la Miranese, squadra veloce e ordinata che vorrà sicuramente confermare il proprio valore. Ricordo il terribile 2-0 dell´andata sotto una bufera di neve quand´eravamo primi in classifica. Mercoledì, a Vittorio Veneto, avremo un´opportunità fondamentale per sperare di salire in Eccellenza, pertanto dobbiamo arrivare a questo appuntamento nelle migliori condizioni fisiche e mentali. Infine andremo a Vedelago che deve salvarsi... Affronteremo una partita alla volta con la giusta concentrazione e con la volontà di vincere. Il lavoro fatto in settimana dalla squadra fa ben sperare e sono certo che il mister saprà gestire con equilibrio le forze a disposizione per trovarsi pronto a tutti gli appuntamenti.

Luca Antonello


Fonte: USD OPITERGINA

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